Cordovado, il Borgo che non ti aspetti

Nella pace della campagna friulana, sulle sponde del Tagliamento, sorge un piccolo borgo di origine medievale di soli 300 abitanti: Cordovado.

Intriso di arte e storia, questo scrigno in mezzo alla natura più quieta regala attimi di serenità e gioia anche agli spiriti più frenetici.

Annoverato nella lista dei Borghi più Belli d’Italia, ad oggi presenta un nucleo storico ben conservato: il castello, l’area dell’antica pieve di Sant’Andrea e la zona del seicentesco Santuario della Madonna e il convento dei padri domenicani, che collegano il borgo più antico, situato in area fortificata, al “Borgo Nuovo” sorto in epoca rinascimentale.

L’atmosfera che si respira passeggiando tra le mura ci riporta ai tempi passati, dando l’impressione di trovarci in un “luogo eterno” degno di un album dei ricordi.

Se vi trovate da queste parti una visita è d’obbligo!

Photo credits @Borghipiubelliditalia
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La Cordovado medievale si concentra nell’area castellana, al cui interno si trovano alcune interessanti costruzioni come l’antica casa del capitano, ossia palazzo Ridolfi (ora Bozza-Marrubini), affrescato internamente da Francesco Zamolo (1704-1712); l’elegante palazzo Agricola dalle forme rinascimentali con ampie arcate e trifora ed infine palazzo Freschi Piccolomini (1669-1704), immerso nel verde di un parco secolare, a cui recentemente è stato aggiunto uno splendido labirinto di rose.

Palazzo Beccaris Nonis spicca nel “borgo nuovo”, con la mole imponente cinquecentesca designato dal nome delle due famiglie che lo vollero e che poi lo abitarono.

Palazzo Cecchini, oggi sede della Biblioteca, è lascito dell’ingegnere ferroviario e filantropo Francesco Cecchini (1819-97), che alla comunità ha conferito anche l’immobile oggi utilizzato come scuola materna.

L’edificio, rifatto nella facciata in forme di gusto medievaleggiante, presenta affreschi ottocenteschi che ornano gli interni delle diverse sezioni.

Vicino alla porta nord, sorge la chiesa di San Girolamo (sec. XIV); delle due torri portaie, la meridionale conserva la postierla, la settentrionale, detta anche dell’Orologio, le scale e i camminamenti in legno al suo interno.

Lungo il tratto delle mura sud-orientali si notano invece i resti del fossato e le case costruite all’interno del recinto nel XIX secolo.

Il Duomo di Sant’Andrea, l’Antica pieve concordiese, fu profondamente rimaneggiata o rifatta nel tardo Quattrocento (il portale reca un’iscrizione del 1477). Originariamente ad aula unica, nel Seicento le furono addossate in maniera armonica due navate. L’interno contiene ancora molte parti e suppellettili in legno (pulpito, cantoria), che rendono l’atmosfera della parrocchiale di campagna degli ultimi secoli.

Il restauro degli affreschi dell’abside ha portato alla luce anche il loro vero autore, Gianfrancesco da Tolmezzo, che li ha realizzati agli inizi del Cinquecento.

Il santuario della Madonna delle Grazie (1603) è un gioiello d’arte barocca, a pianta ottagonale con un soffitto splendidamente intagliato e dorato da Cataldo Ferrara (1656-58), gli ovali dipinti da Antonio Carneo con figure di Santi e Profeti, le statue a stucco di Andrea dell’Aquila e i dipinti di Antonio Moretto.

Di interesse ultimo, si cita l’antico convento francescano di Santa Maria di Campagna diventato villa Freschi, con l’Oratorio di Santa Caterina che conserva affreschi del XV secolo.

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